Blog che tratta di politica, attualità, web, matematica, filosofia, religione, scienza, satira, poesia, letteratura, racconti, vita quotidiana, musica, tv, concerti, piste ciclabili, indovinelli logici, tramonti, albe, gatti, treni, biciclette, spaghetti al pesto, sottogruppi normali e tanto altro in attesa che l'autore decida cosa fare da grande

NOTA BENE: Questo blog è gestito da un niubbo alle prime armi, quindi non incazzatevi se commetto errori. Qualsiasi consiglio è ben accetto e prego che le critiche siano moderate. Ogni insulto verrà punito da uno squadrone di gnomi verdi, pena commutabile in ban

BLOGGER SOTTO ESAMI
Il blogger ha gli esami, l'attività del blog è dunque sospesa e riprenderà regolarmente non prima di ottobre. Sperando che il blogger li passi...

domenica 6 novembre 2011

Dio, l'alluvione di Genova e la risposta laica di Don Gallo

Intervistato dal Fatto Quotidiano riguardo all'alluvione che due giorni fa ha colpito la città in cui vive, Genova, Don Andrea Gallo ha risposto alla domanda del giornalista su cosa chiederebbe a Dio dopo un tale dramma con le parole "gli chiederei perché non ha dato a Mosè l’ 11 ° comandamento: Rispetta la natura". Ovvero, per come la interpreto io, "non date a Dio le colpe degli uomini".
Ora, io non ho intenzione di cercare colpevoli e stabilire chi tra gli uomini abbia mancato di responsabilità, non ne ho le competenze, vorrei invece ricollegarmi al problema millenario dell'esistenza del male, la teodicea. Perché infondo è questo che l'intervistatore ha chiesto a Don Gallo: come può un dio buono e onnipotente tollerare il male e permettere che possano avvenire alluvioni, terremoti, tzunami che stroncano vite innocenti? Perché nel mondo esiste il male? È questa un interrogativo che ha occupato le menti di filosofi credenti, panteisti ed atei, specie dopo ogni disastro naturale, e che soprattutto ha messo in difficoltà le religioni e si è rivelato una micidiale argomentazione a favore dell'ateismo. Don Gallo per un verso ha dato l'unica risposta che un credente non fanatico può dare: "non lo so". Un credente ammette di non saper rispondere poiché la volontà di Dio è imperscrutabile e la comprensione dei suoi atti non è mai del tutto possibile alla limitata mente umana, si deve solo confidare nella sua bontà con quello che è, appunto, un atto di fede.
Alcuni credenti, come credo anche il prete genovese o come il teologo Vito Mancuso, sanno però andare oltre arrivando a dire che l'uomo deve operare secondo giustizia non per timore della punizione divina ma perché così è giusto, poiché è l'uomo il responsabile delle proprie azioni. Questa è una visione laica dell'etica, che non nega Dio (e come potrebbe) ma è valida "a priori", indipendentemente dall'esistenza di un dio, e può combaciare con una visione laica "non credente". Difatti il vero laicismo a mio parere non è ateo, ma agnostico, poiché negare l'esistenza della divinità è di per se una religione, intesa nel significato più generale di "opinione sul divino": negare l'esistenza di Dio è un'opinione su Dio, quindi è professare una fede. Difatti come non ci sono e non ci possono essere prove dell'esistenza di un dio, in quanto entità metafisica e quindi non indagabile dalla scienza, non possono essercene neppure della sua non-esistenza. Il concetto di Dio e della sua essenza è troppo distante, lontano nella metafisica, perché si possano compiere speculazioni filosofiche ben fondate e incontrovertibili a proposito, né tanto meno ricerche secondo il metodo scientifico sperimentale. Perciò l'unica conclusione razionalmente fondata è l'agnosticismo razionale: l'ammissione di non poter dire razionalmente se e cosa Dio sia, sospendendo perciò il giudizio. Questo però non impedisce la fede, si può identificare Dio in Jahvè, in Allah, nella calma spirituale del Nirvana, nella Scienza, nella Matematica e nella Ragione, nella Natura, nella Giustizia, nell'Uomo, nel Popolo o semplicemente in nulla, o in noi stessi, e agire così come questo "Dio" vorrebbe, mantenendo però sempre la consapevolezza che ciò in cui si crede non è certo, o perlomeno non lo è razionalmente, e quindi non è una verità assoluta imponibile agli altri. Chi crede diverso da te potrebbe avere ragione tanto quanto te.
Una tale concezione impone nelle decisioni che riguardano tutti, o anche solo nei giudizi, un atteggiamento laico, poiché se non sappiamo se e cosa Dio sia dobbiamo parlare e operare "a priori", indipendentemente da quale sia la visione di Dio di ciascuno. Perciò se un'alluvione fa dei morti un credente non deve chiedersi se sia una punizione del dio cattolico perché lo abbiamo deluso o di quello musulmano perché non crediamo in lui, ma, insieme al non credente, deve chiedersi cosa possiamo fare affinché non risucceda e cosa per aiutare chi ne è stato colpito, poiché così è giusto.

Per chi fosse interessato, qui per la raccolta fondi per la scuola elementare e media di Monterosso, danneggiata durante l'alluvione di martedì.

Nessun commento:

Posta un commento