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BLOGGER SOTTO ESAMI
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domenica 11 marzo 2012

Breve saggio contro l'Amore (di Carlo Odisseo)

Salve, il mio nome è Carlo Odisseo e con questo articolo mi impegno a dimostrare contro ogni ragionevole dubbio che l'Amore, inteso non come affetto ma come amore tra uomo e donna (o donna-donna o uomo-uomo, ma ci siamo capiti), è per l'Uomo un nemico e causa di grande dolore ed è quindi da evitare il più possibile e fuggire appena se ne ha la possibilità. Per dimostrare questa mia tesi esporrò tre obiezioni contro l'Amore.

Per prima cosa, un'obiezione sull'oggetto: noi non conosciamo davvero chi amiamo. L'Uomo non conosce davvero la realtà ma soltanto l'immagine che ha di essa e questo vale anche per la persona amata. Anzi, vale soprattutto per chi si ama poiché è il sentimento stesso a distorcere la realtà facendoci apparire quella persona migliore di ciò che in realtà è. Noi non amiamo una persona ma solo l'idea che abbiamo di lei, ci innamoriamo di un fantasma da noi stessi creato, il quale, per sua stessa natura, potrebbe dissolversi in ogni momento lasciandoci senza nulla tra le braccia. Perciò, spendiamo impegno e fatica in nome di un nostro stesso inganno e questo è per noi, uomini e donne, un male.
La seconda obiezione che ho sull'Amore è un'obiezione di durata: l'Amore può non durare per sempre. Così, noi ci innamoriamo di una persona, la sposiamo e abbiamo figli con lei, poi però l'Amore finisce ed ecco che ci ritroviamo a dover vivere una vita che non vogliamo più, fino alla morte. Questa però, in effetti, potrebbe essere semplicemente un'obiezione all'impegno e al matrimonio, non all'Amore in quanto tale: sarebbe sufficiente conservare la libertà di concludere una relazione quando l'Amore cessa di animarla. In realtà però le cose sono ben peggiori: peggio dell'amore che finisce c'è l'Amore che potrebbe non finire mai. È un bene questo, dite, che non finisca? Allora forse non sapete cosa voglia dire essere innamorati di qualcuno che non vi ricambia. Se tra due amanti uno smette di amare, l'augurio peggiore che si possa fare all'altro è di amare per sempre. Così, l'Amore ci porta a incatenarci in una prigione a vita oppure ci condanna ad un'agonia che può essere eterna. Entrambi due rischi notevoli e sempre presenti.
Infine, ecco la terza obiezione all'Amore, o obiezione aurea, che le racchiude tutte: l'Amore è un male perché ci spinge a porre tutta la nostra felicità nelle mani di qualcun altro. Ci spinge a far dipendere la nostra felicità dalla volontà di una persona diversa da noi stessi, che potrebbe fare della nostra vita ciò che vuole, ma anche potrebbe ferirci senza volerlo e condannarci all'infelicità per semplice imprudenza. A causa dell'Amore non siamo più padroni della nostra felicità, che è una condizione anche peggiore del non esserlo della propria vita. L'Amore ci rende schiavi.
Ecco perché l'Amore ci è nemico e perché sarebbe bene non amare, mai.
Questo però non è possibile. Penso che l'Uomo abbia due necessità imprescindibili, impresse indelebili in sé stesso, quella di amare e di essere amato. Dell'Amore l'Uomo non può fare a meno.

Ma allora che fare? Come salvarsi da sicuro dolore? Una soluzione potrebbe essere il dedicarsi agli affetti, cioè sfogare quella necessità di Amore tramite un'amore più dolce e più lontano dall'Assoluto, ovvero l'amore per gli amici, per la famiglia, per i propri cari. Certo, anche questo amore può ferirci così come può fare l'Amore che prima ho scongiurato, ma le sue ferite saranno più lievi, non perché sia un amore più debole ma perché è più diffuso, meglio distribuito tra varie persone. Se un amico ci tradisce, ne abbiamo un'altro che può consolarci e a cui noi possiamo volere bene. Però, non sempre questo amore è sufficiente, l'Amore bruciante nella sua assolutezza reclama sempre la nostra attenzione e vuole essere soddisfatto.
Un'altra risposta alle necessità di amare e di essere amati può essere il soddisfarle entrambe ad un tempo, amando sé stessi. La soluzione è innamorarsi di sé stessi, cercare in ogni modo di esaltare la propria persona e desiderare il proprio bene, il proprio "meglio", così come si desidera il bene di una persona amata. Amare sé stessi e solo sé stessi, in modo assoluto ed esclusivo, questo è l'unico Amore che può invalidare le mie tre obiezioni, poiché noi conosciamo noi stessi meglio di chiunque altro e siamo da noi stessi ricambiati. Tuttavia, questo è un Amore difficilissimo da alimentare, poiché necessità la soddisfazione continua del proprio narcisismo e rende quindi insopportabile ogni fallimento. Amando sé stessi non si ha nessun altro su cui contare per rialzarsi dopo ogni caduta. L'amore di sé stessi è un Amore disperato, che consuma l'Uomo come la fiamma una candela.

Questi sono i soli rimedi che mi sento di proporre alla maledizione dell'Amore, non ne conosco altri. Il mio augurio è di non averne mai bisogno, ma in caso contrario, lettore, scegli a quale dei due affidarti, sapendo che ciascuno ha i suoi pregi e i suoi difetti, oppure sii bilanciato tra i due, adottando ora l'uno ora l'altro.
Tuttavia, tutto questo è impossibile. Tutto il discorso che ho fatto finora in verità è inutile e il motivo è semplice: non solo non possiamo decidere di non amare, noi non possiamo neppure decidere chi amare. Sull'Amore non abbiamo alcun potere e opponendoci a lui non possiamo che venire sconfitti, inevitabilmente.
Perciò, è inutile cercare rimedio, un rimedio non c'è. All'Amore non c'è cura. Possiamo solo sperare, mentre il caso, o il destino, fa il suo gioco.

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