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NOTA BENE: Questo blog è gestito da un niubbo alle prime armi, quindi non incazzatevi se commetto errori. Qualsiasi consiglio è ben accetto e prego che le critiche siano moderate. Ogni insulto verrà punito da uno squadrone di gnomi verdi, pena commutabile in ban

BLOGGER SOTTO ESAMI
Il blogger ha gli esami, l'attività del blog è dunque sospesa e riprenderà regolarmente non prima di ottobre. Sperando che il blogger li passi...

mercoledì 21 dicembre 2011

Regole di buon posting

Come sapete, io, Notturno, sono un blogger alle prime armi, dotato di scarsissima esperienza e ben poco talento (insomma, un niubbo irrecuperabile). Poiché però ne sono consapevole, so di non poter scrivere a ruota libera tutto ciò che mi passa per la testa, la qualità già bassa di questo blog ne risentirebbe in modo drammatico. Per questo motivo, fin dall'inizio ho cercato di darmi delle regole nello scrivere i miei post allo scopo di cercare di garantire un'accettabile qualità dei contenuti, con la quale spero di compensarne la scarsa quantità.
Navigando nella blogosfera e nel web tutto, tuttavia, mi sono imbattuto con dispiacere in numerosi casi di cattivo posting, con articoli che ignorano le regole (allora) non scritte che io invece mi sforzo di rispettare. Però, infondo, chi sono io per pretendere che altri seguano regole da me stabilite?
Ho deciso allora di mettere per iscritto qui le mie personali regole di buon posting, impegnandomi a rispettarle e scusandomi in anticipo se qualche volta le violerò, ma non pretendo che qualcun altro all'infuori di me siano tenuto a seguirle. Se poi altri blogger vorranno farlo, però, ne sarò lusingato.
Tuttavia, queste regole sono anche il mio metro di giudizio nel valutare un blog. Non mi trattengo quindi dal dare un giudizio positivo o negativo ad un altro blog, per quel poco che la mia opinione può contare, usando queste regole come metro di giudizio e riportando esempi di ciò che considero buono o cattivo posting. Gli interessati non mi ascoltino, se vogliono, la cosa non mi offende. Se invece ne vorranno discutere, lo farò volentieri.

Premetto, innanzitutto, che queste sono regole che non riguardano la forma dei post e la loro frequenza, o in generale lo "stile" del blog che naturalmente dipende esclusivamente dal gusto del blogger, né il rapportarsi del blog con il pubblico e la gestione dei commenti. Sono più che altro regole "etiche", riguardano il comportamento che un autore deve tenere rispetto ai propri contenuti. Ma è difficile spiegare, leggetele e sarà tutto più chiaro.
Alcune di queste regole, inoltre, se non tutte, potrebbero essere applicate anche ad articoli di giornale, pubblicati sul web o sul cartaceo. Per questo motivo porterò anche articoli di giornale come esempio di quando una regola, a mio parere, viene o non viene rispettata.

Ma ecco le regole:

Sincerità: non scrivere per vero ciò che ritieni falso. Questo non vuol dire avere la verità in tasca, errare è umano, ma appunto essere sinceri, prima di tutto con se stessi, in ciò che si scrive. Il che comporta non solo non riportare notizie che si sa essere false spacciandole per vere, ma anche non sostenere opinioni che in realtà non si condivide. Il blog deve essere specchio di ciò che pensa il blogger e non strumento di propaganda.
Di esempi in positivo, ovvero di casi in cui un blog rispetta questa regola, ce ne sono molti. Di esempi in negativo, invece, ci sono i casi di bufala come quello di cui ho parlato nel mio ultimo post. In questo caso però credo che sia stato Libero e non #2Filter a violare questo principio; le colpe di #2Filter sono altre, ne parlerò più sotto.

Irriverenza: non avere timore nel muovere critiche e nel dire ciò che pensi, anche se sai che non verrà apprezzato. Questo vuol dire che un buon blogger non deve farsi problemi nel criticare personaggi (o società, come giornali) che normalmente sono apprezzati dal pubblico del web (e non solo del web), né deve esitare nel criticare personaggi che lui stesso ammira, quando ritiene sbaglino. Inoltre, un blogger non deve temere di esprimere un'opinione contraria a quella dominante, quando la ritiene fondata.
Un esempio in positivo di post che rispetta questa mia regola è forse ogni post della stanza dei bottoni degli Wu Ming, un esempio in negativo potrebbero essere numerosi articoli che compaiono (o non compaiono) su Repubblica in queste ultime settimane: l'essere favorevole al Governo Monti non deve esentare un giornalista (se vale per un blogger a maggior ragione vale per chi scrive su un quotidiano) a muovere critiche.
Ora, mi si potrebbe obiettare che questa mia regola sdogana i vari siti e blog razzisti presenti nella rete. Tuttavia, il razzismo si fonda sull'ignoranza: un razzista non sa di cosa parla, poiché è convinto che esistano delle razze tra gli uomini, e quindi viola il principio di competenza di cui parlo subito qui sotto.

Competenza: non parlare di ciò che non conosci. Ovvero, se non sei sufficientemente competente riguardo ad un argomento, non parlarne o finiresti inevitabilmente con lo scrivere falsità senza volerlo; oppure saresti estremamente superficiale e violeresti la prossima regola.
Esempi in positivo ce ne sono parecchi, esempi in negativo pure, ma in particolare spiccano alcune teorie complottiste, come quelle del "motore a energia infinita" che sarebbe stato inventato da Nikola Tesla (evito di postare un link di esempio perché non voglio contribuire a diffondere queste false notizie, a cui comunque avevo già accennato qui e qui). Chi vi parla il più delle volte ignora i principi base dell'elettromagnetismo.

Completezza: approfondisci l'argomento fino in fondo. Questo vuol dire, appunto, non essere superficiali nel parlare di un argomento, leggere fino in fondo i documenti trovati riguardanti l'argomento trattato (e poi riportati come fonti) e cercarne di nuovi quando è necessario.
Andare a fondo in una questione è difficile per un blogger, più facile per un giornalista. In un blog quindi è consentito postare anche informazioni di seconda mano, come articoli di giornale, purché si legga fino in fondo l'articolo riportato come fonte e non ci si fermi al titolo. Spetterà poi al lettore decidere se considerare o no affidabili le fonti che il post riporta.
Un esempio in negativo di questo è appunto l'articolo di #2Filter di cui ho parlato qui, il cui autore ha letto con superficialità (o forse neppure ha letto) l'articolo insincero ma ambiguo di Libero e ha permesso che la bufala prendesse piede.

Originalità: non dire ciò che han già detto altri. Ovvero, non solo non copiare, ma anche non unirsi al coro: se la pensi esattamente come gli altri, stai zitto, o finiresti con lo scrivere un post identico ad altri già scritti prima del tuo, quindi inutile. Questa naturalmente non è una regola ferrea, se un blogger è convinto di poter scrivere un articolo stupendo su un tema, anche se già più che trattato, faccia pure. Se poi anzi crede di poter approfondire ulteriormente il tema, lo invito a farlo. Ripetere cose già dette e ridette su un argomento, anche se condivisibili, va però evitato perché, appunto, inutile: se lo ha già detto qualcun altro non sprecare energie a ripeterlo, dimmi qualcosa di nuovo.
Un ottimo esempio in positivo, in questo caso, è questo post di Metilparaben riguardante il raid contro il campo Rom a Torino a seguito di un presunto stupro poi rivelatosi mai avvenuto. Nei giorni immediatamente successivi all'avvenimento tutti hanno scritto di quanto fosse stato sbagliato assaltare il campo Rom a seguito di una notizia falsa, Metilparaben invece ha sottolineato che il fatto che lo stupro fosse inventato è un fatto secondario, il rogo "sarebbe stato ugualmente ingiustificabile se la violenza sessuale fosse stata autentica", cosa che invece in pochi avevano già scritto.

Queste regole non sono da intendere come sacre ed inviolabili, sono ammesse piccole eccezioni in modo da non ostacolare la libera espressione della creatività del blogger. Sono soprattutto linee guida che, a mio parere, possono far sì che un blog sia un bel blog.
In quanto autore, mi riservo poi il diritto di apporvi modifiche e aggiunte nel caso la mia mente contorta, oppure qualche lettore attento, mi suggerisca qualche altra regola da rispettare. Nel frattempo però vedo di farmi bastare queste, che già non sono poche.


Ps.
Essendo io un niubbo, non sono sicuro che usare il termine "posting" sia corretto in questo caso. Mi sono dato da fare per informarmi, ma non sono riuscito a trovare un termine più appropriato. Se un mio eventuale lettore fosse a conoscenza di un termine migliore di questo per indicare il pubblicare su blog, se esiste, me lo faccia sapere, per favore. Grazie in anticipo.

domenica 18 dicembre 2011

Smontiamo una bufala: Pisapia e i biglietti gratis ai clandestini

Visto che, per quanto ne so, nessuno lo ha ancora fatto, mi accingo a smontare la bufala secondo cui Pisapia, dopo aver mangiato un paio di bambini, vorrebbe far salire gratis tutti i clandestini sui mezzi pubblici che noi tutti paghiamo con le "nostre" tasse (alzate, come sempre, dai "Komunisti").
Torniamo seri. Un paio di giorni fà mi sono imbattuto in questa notizia pubblicata su #2Filter dal dubbio titolo "Milano, prove tecniche di sinistra: i clandestini viaggiano gratis sui mezzi pubblici". Secondo #2Filter, Sinistra e Libertà avrebbe avanzato la proposta, che poi il sito precisa non essere passata, di far avere agli extracomunitari, anche se clandestini, biglietti gratis sui mezzi ATM. Basta leggere l'articolo per accorgersi che non è minimamente credibile, innanzitutto per la confusione che si fa tra il concetto di "extracomunitario" e quello di "clandestino" (vi ricordo che un Rumeno non è extracomunitario, neanche se clandestino, mentre lo sono uno Svizzero o un Americano), poi per la semplice impossibilità per un controllore di verificare se un passeggero sia o no clandestino: se sei clandestino non hai documenti, quindi non hai un documento che attesti il fatto che tu sei clandestino (a meno che non vogliate dare biglietti gratis a chiunque si presenta senza documenti). Ciononostante, al post su #2Filter seguono commenti su commenti di quanto la Sinistra sia cattiva e odi gli Italiani, più fortunatamente il commento di qualcuno facente notare che la notizia sia poco credibile, appunto una bufala.
Per il momento io mi sono limitato ad accodarmi a quest'ultimi, spiegando perché la notizia non poteva essere vera così come ho fatto qui sopra. Vedendo però che un po' troppi dei contatti facebook di un mio amico ci stanno credendo (non contatti di Notturno: la pagina è ancora vuota) ho deciso di rimboccarmi le maniche e fare uno di quei lavori che gli Italiani non vogliono più fare: controllare le fonti. Non che l'idea mi entusiasmi: le fonti di #2Filter sono (sorpresa sorpresa) Libero e il Giornale. Ho iniziato da uno dei due articoli di Libero, quello dal titolo meno stupido, ma non è stato molto di aiuto. Titolone: "Clandestini gratis sui tram, l'ultima idea di Vendola", pari pari a quello di #2Filter, altrettanto in odore di bufala. Ma può un quotidiano a tiratura nazionale scrivere notizie palesemente false senza rischiare una denuncia per diffamazione? Evitando di rispondere ho letto l'articolo e, che sorpresa, non si parla minimamente di "clandestini gratis sui tram", si accenna solo ad "agevolazioni per tutti, anche per i clandestini", frase ambigua (le stesse agevolazioni per Italiani, stranieri con il permesso di soggiorno e clandestini oppure agevolazioni speciali per chi è in Italia illegalmente?) ma che, visto il titolo, non può che far pensare alla stessa interpretazione data da #2Filter: quel cattivone di Pisapia vuole far viaggiare gratis neri, Zingari e Rumeni (quest'ultimi in realtà non centrano nulla, ma lo sanno tutti che è sempre colpa loro). Proseguendo riluttante la lettura ho poi notato che l'articolo di Libero ha l'indiscutibile pregio di riportare il commento forcaiolo-fascistoide del capogruppo Pdl Carlo Masseroli: ben venga se è "uno strumento di adescamento dei clandestini, così da farli venire allo scoperto e identificarli immediatamente", a cui fa eco un commento simile del leghista Alessandro Morelli; così sperando di trovare altre perle di tal genere ho proseguito al lettura e ecco che ho trovato scritto di "abbonamenti gratis per over 65 con reddito sotto i 16 mila euro (eccola, la parola "gratis"), e per i ragazzi con meno di 26 anni". Ora però il dubbio è ritornato: non potrebbe essere che quel "gratis sui tram" sia in realtà riferito a tutti gli over 65, anche clandestini, e che un giornalista di Libero dotato di scarsa autostima abbia scritto un titolo fazioso sperando che nessuno leggesse l'articolo?
Per saperne di più, ho poi letto l'articolo de il Giornale (sic). Anche in questo caso il titolo non prometteva bene, "sconti Atm ai clandestini, l'ok di Pisapia", mentre il sottotitolo parla di "abbonamenti da riservare agli stranieri irregolari", ma almeno non è usata l'espressione "gratuito". La lettura dell'articolo invece, che ci crediate o no, è risultata illuminante. Il pezzo in realtà è quasi del tutto incentrato su presunti litigi all'interno dell'amministrazione Pisapia, in barba al titolo che suggerisce tutt'altro argomento, tuttavia in tre righe si legge che la proposta è stata avanzata dal consigliere di Sel Luca Gibillini, il quale sostiene la necessità di "estendere ai clandestini la possibilità di abbonarsi ai mezzi", misura "prima di tutto anti-evasione, il Comune perde 40 milioni all'anno per chi viaggia senza biglietto"; questo è infatti il motivo per cui si incentiva l'uso dell'abbonamento, il quale però è nominale e quindi necessita che l'abbonato sia in possesso di un documento di identità, del quale appunto i clandestini sono sprovvisti. La proposta è stata presa in considerazione dal consiglio comunale ed è vista di buon occhio da Pisapia stesso, a quanto si legge, ma è per il momento accantonata poiché presenterebbe difficoltà ad essere applicata.
Quindi, forse abbiamo svelato l'arcano. L'ultima cosa da fare è quindi rintracciare la proposta del signor Gibillini, facilmente trovata nel blog del consigliere stesso. E infatti, ecco qui la pietra dello scandalo: l'invito, intelligente e condivisibile, "ad attivarsi per lo studio di soluzioni tecniche finalizzate a predisporre l’introduzione, da parte di ATM, di titoli di abbonamento ottenibili senza la presentazione di documento di identità valido, ma attraverso forme alternative com la presentazione di domande di permesso di soggiorno, della richiesta di status di rifugiato, attraverso segnalazioni delle associazioni competenti e riconosciute e dichiarazioni spontanee dei datori di lavoro tutelate dal diritto di riservatezza", così da consentire al Comune di recuperare i "mancati introiti derivanti dall'evasione", molti dei quali sono dovuti al fatto "che una parte dei viaggiatori senza titolo ed evasori sono privi di documento di identità e quindi impossibilitati ad accedere alle forme di abbonamento garantite a tutti gli altri cittadini e quindi messi in condizione di spesa inaccessibile per la quotidianità dell’utilizzo dei mezzi pubblici". La conseguenza, piuttosto marginale, è che anche alcuni immigrati clandestini e/o extracomunitari godrebbero degli stessi abbonamenti agevolati (e in alcuni casi gratuiti) di cui godono i cittadini Milanesi. Quindi, maggiore uguaglianza e minore evasione fiscale, non privilegi garantiti ai "clandestini" come l'articolo di #2Filter e i titoli di Libero e il Giornale sembrano affermare.

Perciò, cosa concludiamo da questa bufala smontata?
1) In il Giornale l'articolo e il titolo sono stati scritti da due persone diverse, che neppure si parlano, oppure da una sola ma affetta da forti disturbi di personalità.
2) L'articolo di Libero non è soltanto fazioso, ma anche tanto ambiguo che persino molti dei lettori più fedeli del quotidiano ne escono confusi.
3) L'autore dell'articolo su #2Filter fa parte di questi lettori. In più, suppongo spaesato da una lettura così ostica, egli non solo dimostra di aver esaminato con fretta e superficialità l'articolo di Libero da cui attinge le proprie informazioni, ma anche di essersi fermato al titolo nell'esaminare l'altro articolo postato come fonte, quello de il Giornale. Il che può andare bene quando scrivi il tuo stato di facebook che poi viene letto dai tuoi amici, meno quando scrivi su un sito che vorrebbe fare "informazione". Se questo è sufficiente a minare in modo definitivo la credibilità del sito stesso, lo lascio decidere a voi.
4) La proposta del consigliere Gibillini è ottima e, anche se ora è ferma per comprensibili difficoltà di attuazione, il mio augurio è che possa diventare legge.

Così, cari lettori, concludo questo mio lavoro non retribuito che consiste nello scavare nel fango altrui in cerca di un po' di quella cosa che forse potremmo chiamare "verità". Alla prossima bufala, sperando che la vivisezione di questa vi abbia lasciati soddisfatti.

venerdì 9 dicembre 2011

E ora salutate Pier Grillo da Arcore

Signore e signori, gentilissimi lettori di questo piccolo blog, finalmente è successo, Beppe Grillo si è trovato completamente d'accordo con Berlusconi. Era solo questione di tempo, lo so, i due si somigliano troppo perché ciò non accadesse, ma ora è finalmente giunto il momento. Non ci credete? Ebbene, proprio ieri (lo so, non sono MAI sul pezzo) sul blog di Beppe Grillo è uscito questo post, in cui si attacca con forza e vigore la decisione di obbligare le banche a comunicare l'estratto conto dei clienti al Fisco, allo scopo di poter combattere con più efficacia l'evasione fiscale. Grave crimine, secondo il buon comico genovese, così il Fisco potrà spiare ogni tuo movimento di denaro, potrà addirittura sapere che ti si è rotta una tubatura del bagno e hai dovuto chiamare l'idraulico, oppure che hai portato la macchina dal meccanico. Insomma, saremo in uno stato di polizia tributaria.
Vi ricorda nulla? Intendo, vi ricordano nulla queste parole, "stato di polizia tributaria", che Grillo si guarda bene dall'utilizzare ma che sintetizzano interamente il suo discorso? Aprite pure il link (min 1:25). Avete ascoltato bene cosa ha detto Silvio? Volete davvero dirmi che tra questo e ciò che scrive Grillo ci sono differenze?
No, signori miei, se mai Berlusconi avrà un erede politico, sarà Grillo e non Alfano. Provate a leggere i commenti sotto il post: è questa una larga fetta dell'elettorato grillesco, piccoli imprenditori e artigiani carichi di astio verso lo Stato, la stessa classe sociale che ha permesso l'ascesa di Forza Italia, più qualche complottista di cui ho già chiarito la pericolosità. Ok, perlomeno tra i sostenitori di Grillo non ci sono mafiosi (che io sappia), ma Berlusconi non si esaurisce certo nei suoi rapporti con la mafia e sinceramente di Berlusconi me ne è bastato uno, non voglio il bis.
Del resto, non è la prima volta che Grillo e i suoi sostenitori mostrano di avere opinioni simili a quelle del centrodestra appena finito (almeno, speriamo sia finito). Dopo una breve navigazione nel blog www.beppegrillo.it, visualizzando solo i post degli ultimi due mesi, ecco che trovo pubblicato un commento di un utente (pubblicato dal blog e quindi sostenuto da esso) che esprime sull'Unione Europea idee pressoché identiche a quelle dei Leghisti, aggiungendo poi che "solo il cambio 1euro 2mila lire (circa) è stata una truffa bella e buona", idea già espressa in passato dal Silvio nazionale (per chi ha buona memoria) e facilmente smentibile da chiunque abbia qualche nozione in materia economica (è risaputo che Berlusconi non ne ha, ma questo è un altro discorso); ci sono poi qua e là (per esempio qui) accenni al fatto che il Governo Monti non sia legittimo perché non eletto dal "Popolo", idea tanto cara a Scilipoti e simili (quando dovrebbe essere noto a tutti che il Governo, qualsiasi governo, non è votato dal "Popolo" ma dal Parlamento ed è legittimo se ne ottiene la fiducia). Ho trovato infine questo post complottista-paranoide, scritto dallo stesso Beppe, secondo cui, udite udite, gli Indignados di tutta Europa sono stati creati dai partiti e dalle lobby con lo scopo evidente "di generare confusione e di impedire un'affermazione a livello nazionale del MoVimento 5 Stelle" (vedere per credere), post che forse non c'entrerà con il discorso ma l'ho trovato troppo divertente: non ho resistito, dovevo linkarlo.
Tornando a noi, possiamo insomma dire che Beppe Grillo sia di destra, e non poco, come pure lo è buona parte dei suoi sostenitori. Una destra che ama l'ecologia (e fa bene), non lo nego, ma pur sempre destra. Infondo, non è raro che la destra che non si riconosce nei partiti di destra dominanti si definisca "né di destra né di sinistra": senza dover tirare in ballo il già stra citato "nonno" politico di Beppe, il Guglielmo Giannini del Fronte dell'Uomo Qualunque, si pensi a Mussolini che definiva il Fascismo la "terza via" tra Comunismo e Capitalismo (per poi porsi al soldo degli industriali, ovvio), insomma, "oltre". Si noti che invece di solito la sinistra che non si riconosce nei partiti di sinistra dominanti non rinuncia a definirsi "di sinistra", ma invece accusa di essere di destra quei partiti di sinistra in disaccordo con lei (è il caso dei partiti comunisti degli anni '20, che chiamavano "Social-Fascisti" i Socialisti e gli Anarchici). Sia chiaro, con questo non sto definendo Beppe Grillo fascista ma solo mostrando che è di destra, molto di destra, nonostante lui continui a negarlo.
Però, povero Beppe, alla fine di un intero post di critiche dovrò pur rivalutarlo almeno un poco. Io non sono contro Grillo a priori, lo giudico da quello che dice e da come lo dice e con molto di quello che dice non sono d'accordo, non con tutto però, devo riconoscergli che è stato in grado di condurre anche qualche buona campagna politica e di informazione e ne conduce tutt'ora (in materia ecologica, per esempio, come ho scritto sopra) e con alcune delle sue posizioni non posso che trovarmi d'accordo. Tuttavia non sopporto il "come lo dice" (ed il come è una cosa molto rilevante, la forma È sostanza), ha lo stesso atteggiamento populista che ha portato Berlusconi al successo, si rivolge a (circa) la stessa platea e con gli stessi metodi, vive poi dello stesso culto della personalità e venerazione del capo che hanno nutrito per anni il berlusconismo e sono da sempre sintomo della malattia italiana dell'"Uomo forte", mentre il suo atteggiamento volgare e autodefinito "popolare" è lo stesso di Bossi e Calderoli. Io sono antiberlusconiano, il che vuol dire che sono contro il berlusconismo e non soltanto contro Berlusconi, per questo Grillo non mi piace né può piacermi, finché non cambierà (il che non è da escludere, bisogna riconoscergli la capacità di cambiare, lo ha già fatto in passato, a differenza di Berlusconi che ripete da anni al stessa tiritera sui "Komunisti").
Diversa è la mia opinione riguardo al partito politico da lui sostenuto, il Movimento 5 Stelle (e nessuno mi commenti "il M5S non è un partito è un MoVimento ecc ecc...", già visto, già sentito). Da ciò che ho potuto vedere mi è parso che il Movimento 5 Stelle sia ideologicamente piuttosto variegato e vi siano presenti anche opinioni diverse da quelle di Grillo e diverse tra loro, che coesistono grazie al fatto che i rappresentanti politici del Movimento non hanno ancora dovuto prendere decisioni importanti e difficili e quindi "i nodi non sono ancora venuti al pettine". Questo prima o poi finirà? Suppongo di sì. Ci sono buone possibilità che il Movimento riesca ad entrare in Parlamento dopo la prossima consultazione elettorale (e glielo auguro, condivido alcune sue posizioni e credo che ora come ora la sua presenza possa essere utile al Paese) e ci sono tutte le premesse perché esso continui a crescere nei prossimi anni. Questo però comporterà anche maggiori responsabilità e prima o poi i "vertici" dovranno prendere decisioni che non piaceranno a una parte dell'elettorato. Il partito perderà qualche pezzo e dovrà decidere una propria linea politica per non scomparire. Speriamo che non sia quella dettata da Pier Grillo da Arcore (chi di nomignoli ferisce di nomignolo perisce, mi spiace).

Sono curioso di vedere come il comico e i suoi fan si evolveranno. Per adesso, però, ho deciso di tenere d'occhio Pier Grillo (per quanto mi sarà possibile) e criticarlo per il suo berlusconismo.
Lui non si arrenderà mai (ma gli conviene?). Io neppure.


Ps. Se qualcuno non è d'accordo e vuol commentare, faccia pure, naturalmente, quella scritta sopra è soltanto la mia opinione e sono aperto a critiche. Cercherò di rispondere, anche se non posso assicurarvi che lo farò, dipende da quanto tempo e quanta voglia avrò di farlo (come sapete, non sono un blogger di professione, accontentatevi). Vi chiedo solo di evitare commenti banali, come quelli di chi esalta Grillo senza se e senza ma, poiché sono davvero noiosi e non aggiungono niente al discorso. Naturalmente, agli insulti non risponderò neanche, li cancellerò direttamente (gli gnomi verdi dell'intestazione del blog sono in cassa integrazione).

venerdì 2 dicembre 2011

Musica: serve un consumo consapevole

Ho deciso, in questi giorni comprerò il CD dell'ultimo album di CapaRezza, "Il sogno eretico".
"Ma che notizia", penserete, "è uscito quasi un anno fà, sei un blogger indietro coi tempi, non ti seguiremo più". Lo so, cari lettori, non preoccupatevi, ho già scaricato da tempo l'intero album (cosa che CapaRezza non gradisce, ne sono consapevole), l'ho ascoltato decine di volte, l'ho capito e l'ho imparato quasi tutto a memoria. Sono poi andato al suo concerto, molto scenografico, da vedere (20 euro di biglietto, se non ricordo male, ma spesi bene), e ho anche comprato una maglietta. Però ho deciso che è un album ottimo e voglio averlo su CD originale, quindi per Natale me lo comprerò, anche se costa parecchio (15 euro non sono pochi).
Ma perché vi dico tutto ciò? Perché se non avessi scaricato il CD illegalmente non avrei mai scoperto che è un ottimo album, prima non seguivo Capa e come al solito le canzoni passate alla radio e su Mtv sono tra le meno belle, e quindi non solo CapaRezza e chi lo produce non avrebbero mai visto i miei quindici euro, ma neppure avrebbero incassato i venti di biglietto e i quindici o venti (non ricordo) di maglietta. Per non metterla solo sul lato economico, poi, difficilmente sarei diventato un fan di CapaRezza senza il download illegale da internet e ora non sarei qui a parlarne e a fargli pubblicità. Quindi, alla fin fine, il mio download è stato un bene per Capa e i suoi collaboratori.
A pensarci bene, poi, senza eMule probabilmente non mi sarei mai appassionato di musica e sicuramente le mie conoscenze in materia sarebbero nettamente inferiori a quelle che sono ora, poiché non sarei mai entrato in contatto con gran parte dei pezzi degli artisti che ascolto oggi.
Ma a voi che importa? Niente, in effetti. Meglio se parto dall'inizio. Tempo fà ho letto su Rockol questo articolo che parla del neonato Partito dei Pirati italiano, seguito dall'opinione degli artisti in proposito e dalla replica dei produttori. Non voglio entrate troppo nel merito della discussione, non conosco abbastanza l'iter dell'industria discografica per poterne parlare. Volevo però far notare una cosa di cui spesso non si parla: internet e il download illegale hanno permesso una fruizione della musica impensabile con altri media.
Il canale "tradizionale" attraverso cui oggi più si fa girare la musica è Mtv. Ora, quante volte avete mai sentito su Mtv i Modena City Ramblers, o i Banda Bassotti? Eppure forse sono le migliori rock band della storia della musica italiana, sicuramente tra le migliori attive oggi. Però si potrebbe obiettare che sono gruppi molto "politici", obiezione in realtà infondata poiché entrambi i gruppi hanno fatto anche canzoni non politiche (si prenda, che so, "Remedios la bella" dei Modena City Ramblers oppure "El ultimo ska" dei Banda Bassotti, entrambi pezzi fantastici), ma comunque possibile. Ma allora, avete mai sentito su Mtv i Vallanzaska, per esempio? Eppure sono un'ottima band. Forse lo Ska non va in Italia? Il grande pubblico dei concerti degli Ska-P fa pensare un'altra cosa. E poi, come si fa a dire che un genere non ha successo se non si prova neppure a dargli una possibilità? Lo stesso discorso vale per i Lacuna Coil, band gothic-metal italiana di grande successo all'estero e in Italia quasi sconosciuta. Si può dire che Mtv ha la stessa malattia di molte case discografiche: teme la novità. Così, ci ritroviamo ad ascoltare tutti i giorni le canzoni di cantanti tutte uguali, Rihanna, Katy Perry e colleghe, brutte copie di Madonna e Lady Gaga (forse l'unica novità del settore), e in ambito maschile (la musica pop è molto legata alla divisione per sessi) tanti pseudo-rapper venduti al pop oppure qualche ex volto di boy band, o uno come Justin Bieber, che non è mai stato in una boy band ma potrebbe esserlo senza problemi. Certo, ci sono eccezioni, come lo stesso CapaRezza, ma anche lui ha raggiunto il successo grazie a quelle che probabilmente sono le sue canzoni più commerciabili, ma anche tra le meno belle (o almeno, secondo i miei gusti, trovo che "Fuori dal tunnel" sia uno dei suoi pezzi meno belli, tra quelli divenuti famosi, come pure ritengo che "Goodbye Malinconia" sia una delle canzoni meno belle dell'ultimo album) e così viene apprezzato dal grande pubblico meno di quanto meriterebbe. Forse in ambito Rock le cose vanno meglio, ma la standardizzazione è presente anche lì, band che inseguono suoni un po' alternativi, come, che so, gli Skindred (ascoltatevi "Nobody") oppure i Dropkick Murphys, ma anche solo i Nightwish (che pure sono famosi in tutto il mondo), sono perlopiù ignorati.
Le cose sono migliori su Rock Tv, disponibile però solo nel pacchetto Sky, oppure su alcune stazioni radio, come Virgin Radio ottima per il Rock classico, ma restano mezzi poco diffusi. Niente a che vedere con le possibilità del web 2.0 dove ci si può consigliare brani via social network ed ascoltarli su YouTube una prima volta per poi riascoltarseli con attenzione in mp3 (molti brani vanno ascoltati più volte perché li si possa apprezzare, pensate che all'inizio non mi piacevano i Pink Floyd). Già da tempo, per esempio, su Facebook si diffondono le "radio", pagine gestite da appassionati di musica che condividono video musicali e spesso sono ottime per conoscere qualche band di nicchia o qualche brano poco conosciuto. Grazie al web oggi si ascolta molta musica, molta più musica che in passato, con molte più possibilità di spaziare tra generi diversi, e spesso i figli conoscono non solo tutte le band che ascoltavano i genitori ma anche molte band che i genitori avrebbero potuto ascoltare da giovani ma che invece non hanno mai conosciuto, oltre naturalmente a tutte quelle del proprio tempo. Il pubblico musicale odierno ha insomma a disposizione una vastissima scelta e può accedere con facilità ad ogni brano egli desideri.
Però, senza pagarlo. La gratuità della musica in internet da una parte ne ha incentivato la diffusione, dall'altra ha messo in crisi l'industria musicale. So che questo potrebbe piacere a molti, ma resta il problema che se i produttori non guadagnano anche gli artisti guadagnano poco, e se guadagnano poco non sempre riescono a fare musica. Il che, se l'artista è bravo, è un peccato.
Oggi un artista per poter vivere di sole vendite deve essere uno degli artisti di punta di una major, il che vuol dire il più delle volte essere conformato totalmente allo standard musicale. Questo da un lato è colpa delle major stesse che non investono sulle novità, ma è giusto dire che forse sarebbero più disponibili a correre rischi se avessero bilanci ben nutriti e maggiori aspettative di entrata dal lancio di qualche novità, anche se magari poi si rivela un fallimento. Se le major hanno problemi, poi, ne hanno a maggior ragione le piccole case discografiche e gli artisti autoprodotti. Insomma, di soli CD non si campa, né di sole vendite on-line. In alternativa, un artista può puntare sui live e cercare di guadagnare solo con i concerti, linea che stanno adottando anche artisti del calibro di Madonna (come sempre all'avanguardia nel marketing, pochi sanno vendersi come sa fare lei). Però anche vivere di soli live è difficile, a maggior ragione se sei un emergente e ancora pochi ti conoscono: ho amici e conoscenti che suonano in un gruppo e fanno piccoli concerti in locali, guadagnano a malapena quello che spendono per la sala prove. Emergere poi è molto difficile senza un produttore alle spalle, anche per chi è molto bravo a suonare ed ha belle canzoni, e un produttori ha bisogno di vendere album per permettersi di investire in un artista.
Insomma, cari lettori, che fare? Il modo di produrre e distribuire musica è cambiato molto negli ultimi anni ed destinato a cambiare ulteriormente in un futuro prossimo, ma la fruizione non può essere totalmente gratuita, altrimenti non avremo più nessuno che fa musica, e quindi anche buona musica. Ma allora dovremo "chiudere internet" o impedire completamente il download, facendo magari causa a YouTube se vengono caricati pezzi senza il permesso dell'artista? Rabbrividisco all'idea, ostacolerebbe la diffusione dei brani oltre che delle idee e sarebbe una misura difficilmente attuabile senza utilizzare mezzi degni di un regime. Inoltre, poi, non so quanto sarebbe auspicabile, infondo mi sembra legittimo poter ascoltare bene un album prima di decidere se acquistarlo o no. Infine, non penso che ci sia bisogno che gli artisti vivano nel lusso che il mestiere concedeva loro negli anni '60 e '70, sarebbe sufficiente che possano vivere bene solo con il loro mestiere e che sia consentito un legittimo introito a chi li produce. Ma allora che fare? Sinceramente, non lo so, mi piacerebbe anzi ascoltare consigli in proposto e poterne discutere. Per cominciare, però, potremmo sempre finanziare in qualche modo gli artisti che consideriamo meritevoli o che in generale vorremmo continuassero a suonare, specie se si tratta di giovani emergenti, continuando a scaricare musica da internet, così da poterne ascoltare sempre di più, ma poi cercando di andare ai concerti delle band che ci piacciono e magari comprando qualche maglietta, anche se costano molto e forse non ne varrebbe la pena, o qualche CD. Cerchiamo insomma di ripagare in qualche modo chi ci fa ascoltare buona musica, poiché fare musica e viverne non è per niente facile ("It's a long way to the top if you want to rock and roll").
Diciamo che si tratta di consumo responsabile di musica, che ognuno può attuare secondo le proprie possibilità. In cambio, avremo buone canzoni ad un modico costo ancora per molto tempo. Non credete ne valga la pena?

P.s. Chiedo scusa per la prolungata assenza, non preoccupatevi, sono ancora vivo. Semplicemente, questi ultimi dieci giorni sono stati un mezzo inferno, tra l'università ed altro, e così non sono riuscito a scrivere il post della settimana scorsa. Spero di non aver perso i miei già pochi lettori per questo.