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lunedì 30 aprile 2012

Se la Lega fa propaganda sui cartelli stradali

Accade a Marcallo con Casone, nel Magentino, in provincia di Milano. Sindaco Massimo Olivares, leghista, naturalmente. Forse qualcuno ha già sentito il nome di questo Comune, Marcallo: è dove Bossi si era recato ad inaugurare "Viale Padania", poco prima che gli scandali travolgessero il suo partito. Che sfortuna, eh? Ma il buon sindaco non poteva certo fermarsi al viale: ecco come appaiono i cartelli stradali che segnalano l'ingresso nel territorio comunale.


"Comune della Padania": tutti i cittadini di Marcallo con Casone sono diventati forzatamente "Padani", membri di una "Nazione" mai esistita, frutto della fantasia di chi aveva bisogno di una scusa per non pagare le tasse e sentirsi comunque a posto con la coscienza. Ecco così che i cittadini di Marcallo vengono forzatamente deportati in questo "Paese" inventato e una parte del territorio italiano (quindi di tutti, anche mio) viene rubata da un politicante in vena di farsi Re, o almeno Governatore. Così, su due piedi.
E senza vergogna.

No, fermo lì, ipotetico Leghista che sta leggendo questo articolo, so cosa stai pensando. So cosa stai pensando perché probabilmente la giustificazione che il sindaco stesso darebbe, se non ha già dato, a quel cartello è la stessa che ha dato a "Viale Padania". Aprite il link, cari (ipotetici) lettori, leghisti o non leghisti, e leggete cosa c'è scritto sotto il nome della nuova via: "antico nome geografico".
Visto? È solo un nome geografico. Eccola, la Lega "di lotta": ha paura di mostrare sé stessa in pubblico e si rifugia dietro a questi mezzucci per scrivere ciò che è in grado di affermare soltanto a parole (verba volant...). Perché è vero, "Padania" è anche un antico nome geografico, l'ipotetico lettore leghista era già pronto con il link da Wikipedia per smentirmi. Come se avesse una qualche rilevanza. Come se la Lega Nord usasse quel termine come "antico nome geografico" e non con valenza politica, come nome di una patria inventata, parte integrante della propaganda di partito.
No, niente scuse, il termine "Padania" in un tale contesto ha valenza puramente politica, tutto il resto è ipocrisia; mezzucci come "antico nome geografico" non rendono il fatto meno grave e non assolvono i responsabili, rendono solo la Lega un po' più simile ad una cattiva farsa da fiera paesana.

Perché il fatto è grave, signori miei. È molto più grave di un qualche affitto pagato dal partito per la casa di Calderoli. Questo è usare un bene pubblico per fare propaganda politica a proprio favore. È abusare della propria posizione di potere per imporre agli altri le proprie convinzioni, peraltro (storicamente) errate. Questa è occupazione della cosa pubblica da parte di un partito politico ai danni della collettività, un processo che coinvolge da anni molte forze politiche e a cui la Lega aderisce a pieno titolo.
In questa vicenda, però, c'è di peggio, paradossalmente proprio perché questa volta non ci sono di mezzo dei soldi, non è una comune ruberia. Qui si tratta solo di potere, di abuso di potere fine a sé stesso. Proprio la banalità di questo fatto, l'assenza di un "movente" materiale, fa sì che si possa trovarne una e una sola causa: l'analfabetismo. Un tale abuso di potere non può che essere frutto di analfabetismo civile, profondo analfabetismo civile da parte di chi ha avuto l'idea, di chi l'ha approvata, di chi l'ha consentita e di chi ancora la giustifica, poiché solo un analfabeta civile riflettendo sopra questi avvenimenti potrebbe non accorgersi della loro gravità. Questo analfabetismo è parte integrante del degrado del mondo politico italiano, del quale la Lega deve esserne considerata a pieno titolo uno dei principali artefici. Senza scusanti.

Con questo concludo, le mie ridotte possibilità mi consentono solo di segnalare l'avvenimento, non di approfondirlo ulteriormente. Lascio ad altri il compito.
Ecco a voi, quindi, questa piccola cronaca di ordinaria vergogna, dalla grande provincia milanese.

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