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giovedì 2 febbraio 2012

Beppe Grillo e il monopolio del dissenso

Ed ecco che, come promesso, torno a parlare di Beppe Grillo. Non che la cosa mi entusiasmi, ma il buon Pier Beppe ne ha detta un'altra delle sue e su un tema che ritengo importante, quindi mi tocca impugnare la tastiera (dite che suona stupido?) e scriverne.
La questione è Italia sono anch'io, la proposta di legge per concedere la cittadinanza ai figli di immigrati regolari nati su suolo italiano. A Grillo, però, la proposta proprio non piace. Scrive il comico sul proprio blog, in un breve post, che è "senza senso", una scusa per "distrarre gli Italiani dai problemi reali". Insomma, Grillo attacca la proposta, ma con un'argomentazione piuttosto debole. "Senza senso"? E perché mai? Dovresti scriverlo, il perché, caro Grillo. Non sarebbe un "problema reale"? E tu vallo a dire agli immigrati che vorrebbero essere cittadini, se per loro il problema non è reale? È, diciamo, il tipico argomento di chi è contro ma non vuole parlarne, perché "ha altro a cui pensare". Tuttavia, il post è davvero troppo breve per avere un'idea precisa della posizione di Grillo a riguardo. Ma cosa pensa, Grillo, davvero?
Naturalmente, c'è dell'altro, altrimenti non ne scriverei. Ad approfondire la posizione del blog a riguardo, ecco che compare un post in cui vengono riportate le parole dell'ex magistrato Bruno Tinti, quindi si suppone fatte proprie dal blog e dal suo gestore. Nel post si parla, provocatoriamente, di "pullman pieni di donne incinte che vogliono far nascere in Italia i propri figli", argomento ridicolmente infondato poiché basterebbe leggere il testo integrale della proposta di legge, reperibile con facilità su quella rete a Beppe tanto cara, per scoprire che si parla di concedere la cittadinanza a "chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno sia legalmente soggiornante in Italia da almeno un anno" o "chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno sia nato in Italia". Quindi nessuna invasione di donne incinte al nono mese, il buon Grillo e lo stimato magistrato Tinti hanno come minimo preso una svista, che somiglia molto (ma molto molto) alla risposta che ti aspetti da un Leghista ma che, per presunzione di innocenza, potrebbe essere soltanto un errore. Infondo, Tinti dichiara di dirlo "provocatoriamente" e Grillo, si spera, anche.
Dove però Grillo la dice davvero grossa è quando propone una sua alternativa, definita "soluzione di buon senso" (e figuriamoci). Per prima cosa propone "la concessione della residenza permanente trasferibile ai figli, ma pur sempre revocabile. Chiunque entri in un Paese legalmente, con le carte in regola e un posto di lavoro non dico assicurato ma quantomeno promesso o credibile, diventa residente a vita". Il che vuol dire quasi nessuno, a meno che davvero Grillo ritenga possibile, salvo rare eccezioni, trovarsi un lavoro in Italia addirittura prima di entrarvi. Inoltre, ci terrei a notare che non si accenna a chi è entrato illegalmente e vorrebbe ottenere il permesso di soggiorno? Loro non avrebbero chance di diventare regolari? Nel post non se ne parla.
Però c'è dell'altro: "se un residente viene pizzicato per strada a vendere droga, a rubare, e simili, la residenza viene cancellata e l’espulsione è automatica (senza entrare nel ginepraio, spesso allucinante, della nostra giurisprudenza)", anche se ha moglie/marito e figli, suppongo. Che gran rottura di palle la nostra giurisprudenza, in effetti. Viva la giustizia sommaria.
Fin qui, però, siamo al livello "massaia finta bionda che guarda Rete 4" (senza offesa per le massaie che guardano Rete 4, bionde o non bionde): va bene un po' di immigrazione per non sembrare razzisti, ma non voglio troppi negr... troppi immigrati per strada, se no è affollato. Sono le posizioni dell'"uomo qualunque", insomma, semplicistiche e superficiali, solo vagamente xenofobe. La cazzata arriva dopo. Scrive Grillo che "l’unica privazione di questo status è il diritto di voto; il che non mi sembra terribile a meno che i residenti in questione vogliano condizionare e controllare un Paese creando il loro partito (islamico o altro). Se così fosse, è proprio quel che io raccomanderei di impedire". Questo è razzismo, signori, consapevole o inconsapevole che sia (opto per la seconda). Forse addirittura anche qualche Leghista non oserebbe dire una cosa del genere. Non ti sembra così grave, caro lettore? E non lo sai che la segregazione razziale in paesi come gli Stati Uniti o il Sudafrica è stata possibile proprio a partire dalla negazione dei diritti politici? Con queste parole Grillo definisce illegittimo che chi vive nel nostro Paese possa avere dei rappresentanti politici e giustifica l'istituzione, per legge, di "cittadini di serie B", che appunto non sarebbero neppure cittadini ma forza lavoro senza diritti, poiché non hai un diritto se non puoi difenderlo. "Condizionare e controllare un Paese", queste sono parole da Leghista, o da Fascista, scegliete voi. E sono dette da uno che vanta battaglie in favore della "democrazia diretta".

Ecco, potrei fermarmi qui, però voglio continuare. Una cosa mi chiedo: perché lo fa? Ricapitolando, Grillo dice la sua sul tema immigrazione e cittadinanza con un post di cinque righe in cui non si entra per nulla nel merito della questione, poi riportando senza commenti le parole di Bruno Tinti, anch'esse molto superficiali, e infine con una proposta di legge irrealistica a voler pensare bene, fascistoide altrimenti. Tutto condito da superficialità e giudizi facili, quasi non avesse voglia di parlarne. Ma perché farlo, allora? Non poteva semplicemente non dire nulla sulla faccenda?
Non conosco la risposta, ma posso fare ipotesi. La prima è che lo faccia perché è convinto di aver detto cose intelligenti, crede di aver fatto proposte concrete, razionali e praticabili e non si accorge dell'odore di razzismo, più o meno vago, che emanano. La seconda è che lo abbia detto per far felice quella parte di suoi sostenitori orientata a destra, di cui ho già parlato, senza però scontentare gli altri. E cosa c'è di meglio di una proposta razzista ma che non sembra tale? Di una proposta che possa segregare a vita gli immigrati, con la scusa del "buon senso" che mette d'accordo tutti? Segregare gli "intrusi" con la coscienza a posto, cosa chiedere di più?
L'ipotesi che più mi piace, però, è un'altra. Penso che Grillo abbia attaccato "Italia sono anch'io" perché lede il suo progetto di "monopolio del dissenso", ovvero la volontà di essere l'unico a contestare il "sistema", l'unico leader "di popolo" che lotta contro i politici cattivi. Per questo motivo, a mio parere, il comico contesta in un modo o nell'altro tutti quei personaggi e quei movimenti che ottengono un sostegno popolare indipendente dai partiti ed hanno sostenitori proprio tra quei giovani interessati alla cosa pubblica che invece, secondo la sua logica, dovrebbero militare con lui. Questo spiegherebbe gli attacchi di Grillo al Referendum anti-Porcellum, al programma "Vieni via con me" di Saviano, a Renzi, a Vendola, alle primarie del Centrosinistra, al Popolo Viola, al Partito dei Pirati, agli Indignati e, ultimo ma non ultimo, a chi non considera un immigrato come una minaccia alla Nazione. Insomma, per come la vedo io, abbiamo a che fare con un capopopolo geloso, che non tollera concorrenti e non ammette rivali. Chiunque non sta con lui, o non è abbastanza duro e puro (e quindi non lo vogliamo), oppure è stato creato dalle lobby apposta per toglierli consenso. Insomma, o con lui o contro di lui.
Io, se devo scegliere, scelgo che rifiuto questa logica. Sarò d'accordo con ciò che dice in alcuni casi, lo criticherò aspramente in altri, sempre con critiche fondate e sincere e al di sopra, spero, di ogni sospetto di malafede. Lui non si arrenderà mai (ma gli conviene?). Io neppure.

P.s. Una cosa positiva però ho riscontrato, in tutto questo, e devo scriverla. Leggendo tra i "commenti più votati" a questi due post, ecco che leggo frasi di dissenso: molti dei fan di Grillo non sono d'accordo con ciò detto e sembra che il Movimento 5 Stelle appoggi, a livello locale, la proposta di legge che lui critica. È un buon segno, significa che molti dei suoi fan non sono in realtà berlusconiani mancati e che forse il M5S potrà avere un futuro politico indipendente dalle opinioni del suo ispiratore (e glielo auguro).
Chissà mai che in futuro non leggeremo sul blog di Beppe Grillo anche un attacco contro il suo stesso movimento. Sarebbe come minimo divertente.

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