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BLOGGER SOTTO ESAMI
Il blogger ha gli esami, l'attività del blog è dunque sospesa e riprenderà regolarmente non prima di ottobre. Sperando che il blogger li passi...

venerdì 2 dicembre 2011

Musica: serve un consumo consapevole

Ho deciso, in questi giorni comprerò il CD dell'ultimo album di CapaRezza, "Il sogno eretico".
"Ma che notizia", penserete, "è uscito quasi un anno fà, sei un blogger indietro coi tempi, non ti seguiremo più". Lo so, cari lettori, non preoccupatevi, ho già scaricato da tempo l'intero album (cosa che CapaRezza non gradisce, ne sono consapevole), l'ho ascoltato decine di volte, l'ho capito e l'ho imparato quasi tutto a memoria. Sono poi andato al suo concerto, molto scenografico, da vedere (20 euro di biglietto, se non ricordo male, ma spesi bene), e ho anche comprato una maglietta. Però ho deciso che è un album ottimo e voglio averlo su CD originale, quindi per Natale me lo comprerò, anche se costa parecchio (15 euro non sono pochi).
Ma perché vi dico tutto ciò? Perché se non avessi scaricato il CD illegalmente non avrei mai scoperto che è un ottimo album, prima non seguivo Capa e come al solito le canzoni passate alla radio e su Mtv sono tra le meno belle, e quindi non solo CapaRezza e chi lo produce non avrebbero mai visto i miei quindici euro, ma neppure avrebbero incassato i venti di biglietto e i quindici o venti (non ricordo) di maglietta. Per non metterla solo sul lato economico, poi, difficilmente sarei diventato un fan di CapaRezza senza il download illegale da internet e ora non sarei qui a parlarne e a fargli pubblicità. Quindi, alla fin fine, il mio download è stato un bene per Capa e i suoi collaboratori.
A pensarci bene, poi, senza eMule probabilmente non mi sarei mai appassionato di musica e sicuramente le mie conoscenze in materia sarebbero nettamente inferiori a quelle che sono ora, poiché non sarei mai entrato in contatto con gran parte dei pezzi degli artisti che ascolto oggi.
Ma a voi che importa? Niente, in effetti. Meglio se parto dall'inizio. Tempo fà ho letto su Rockol questo articolo che parla del neonato Partito dei Pirati italiano, seguito dall'opinione degli artisti in proposito e dalla replica dei produttori. Non voglio entrate troppo nel merito della discussione, non conosco abbastanza l'iter dell'industria discografica per poterne parlare. Volevo però far notare una cosa di cui spesso non si parla: internet e il download illegale hanno permesso una fruizione della musica impensabile con altri media.
Il canale "tradizionale" attraverso cui oggi più si fa girare la musica è Mtv. Ora, quante volte avete mai sentito su Mtv i Modena City Ramblers, o i Banda Bassotti? Eppure forse sono le migliori rock band della storia della musica italiana, sicuramente tra le migliori attive oggi. Però si potrebbe obiettare che sono gruppi molto "politici", obiezione in realtà infondata poiché entrambi i gruppi hanno fatto anche canzoni non politiche (si prenda, che so, "Remedios la bella" dei Modena City Ramblers oppure "El ultimo ska" dei Banda Bassotti, entrambi pezzi fantastici), ma comunque possibile. Ma allora, avete mai sentito su Mtv i Vallanzaska, per esempio? Eppure sono un'ottima band. Forse lo Ska non va in Italia? Il grande pubblico dei concerti degli Ska-P fa pensare un'altra cosa. E poi, come si fa a dire che un genere non ha successo se non si prova neppure a dargli una possibilità? Lo stesso discorso vale per i Lacuna Coil, band gothic-metal italiana di grande successo all'estero e in Italia quasi sconosciuta. Si può dire che Mtv ha la stessa malattia di molte case discografiche: teme la novità. Così, ci ritroviamo ad ascoltare tutti i giorni le canzoni di cantanti tutte uguali, Rihanna, Katy Perry e colleghe, brutte copie di Madonna e Lady Gaga (forse l'unica novità del settore), e in ambito maschile (la musica pop è molto legata alla divisione per sessi) tanti pseudo-rapper venduti al pop oppure qualche ex volto di boy band, o uno come Justin Bieber, che non è mai stato in una boy band ma potrebbe esserlo senza problemi. Certo, ci sono eccezioni, come lo stesso CapaRezza, ma anche lui ha raggiunto il successo grazie a quelle che probabilmente sono le sue canzoni più commerciabili, ma anche tra le meno belle (o almeno, secondo i miei gusti, trovo che "Fuori dal tunnel" sia uno dei suoi pezzi meno belli, tra quelli divenuti famosi, come pure ritengo che "Goodbye Malinconia" sia una delle canzoni meno belle dell'ultimo album) e così viene apprezzato dal grande pubblico meno di quanto meriterebbe. Forse in ambito Rock le cose vanno meglio, ma la standardizzazione è presente anche lì, band che inseguono suoni un po' alternativi, come, che so, gli Skindred (ascoltatevi "Nobody") oppure i Dropkick Murphys, ma anche solo i Nightwish (che pure sono famosi in tutto il mondo), sono perlopiù ignorati.
Le cose sono migliori su Rock Tv, disponibile però solo nel pacchetto Sky, oppure su alcune stazioni radio, come Virgin Radio ottima per il Rock classico, ma restano mezzi poco diffusi. Niente a che vedere con le possibilità del web 2.0 dove ci si può consigliare brani via social network ed ascoltarli su YouTube una prima volta per poi riascoltarseli con attenzione in mp3 (molti brani vanno ascoltati più volte perché li si possa apprezzare, pensate che all'inizio non mi piacevano i Pink Floyd). Già da tempo, per esempio, su Facebook si diffondono le "radio", pagine gestite da appassionati di musica che condividono video musicali e spesso sono ottime per conoscere qualche band di nicchia o qualche brano poco conosciuto. Grazie al web oggi si ascolta molta musica, molta più musica che in passato, con molte più possibilità di spaziare tra generi diversi, e spesso i figli conoscono non solo tutte le band che ascoltavano i genitori ma anche molte band che i genitori avrebbero potuto ascoltare da giovani ma che invece non hanno mai conosciuto, oltre naturalmente a tutte quelle del proprio tempo. Il pubblico musicale odierno ha insomma a disposizione una vastissima scelta e può accedere con facilità ad ogni brano egli desideri.
Però, senza pagarlo. La gratuità della musica in internet da una parte ne ha incentivato la diffusione, dall'altra ha messo in crisi l'industria musicale. So che questo potrebbe piacere a molti, ma resta il problema che se i produttori non guadagnano anche gli artisti guadagnano poco, e se guadagnano poco non sempre riescono a fare musica. Il che, se l'artista è bravo, è un peccato.
Oggi un artista per poter vivere di sole vendite deve essere uno degli artisti di punta di una major, il che vuol dire il più delle volte essere conformato totalmente allo standard musicale. Questo da un lato è colpa delle major stesse che non investono sulle novità, ma è giusto dire che forse sarebbero più disponibili a correre rischi se avessero bilanci ben nutriti e maggiori aspettative di entrata dal lancio di qualche novità, anche se magari poi si rivela un fallimento. Se le major hanno problemi, poi, ne hanno a maggior ragione le piccole case discografiche e gli artisti autoprodotti. Insomma, di soli CD non si campa, né di sole vendite on-line. In alternativa, un artista può puntare sui live e cercare di guadagnare solo con i concerti, linea che stanno adottando anche artisti del calibro di Madonna (come sempre all'avanguardia nel marketing, pochi sanno vendersi come sa fare lei). Però anche vivere di soli live è difficile, a maggior ragione se sei un emergente e ancora pochi ti conoscono: ho amici e conoscenti che suonano in un gruppo e fanno piccoli concerti in locali, guadagnano a malapena quello che spendono per la sala prove. Emergere poi è molto difficile senza un produttore alle spalle, anche per chi è molto bravo a suonare ed ha belle canzoni, e un produttori ha bisogno di vendere album per permettersi di investire in un artista.
Insomma, cari lettori, che fare? Il modo di produrre e distribuire musica è cambiato molto negli ultimi anni ed destinato a cambiare ulteriormente in un futuro prossimo, ma la fruizione non può essere totalmente gratuita, altrimenti non avremo più nessuno che fa musica, e quindi anche buona musica. Ma allora dovremo "chiudere internet" o impedire completamente il download, facendo magari causa a YouTube se vengono caricati pezzi senza il permesso dell'artista? Rabbrividisco all'idea, ostacolerebbe la diffusione dei brani oltre che delle idee e sarebbe una misura difficilmente attuabile senza utilizzare mezzi degni di un regime. Inoltre, poi, non so quanto sarebbe auspicabile, infondo mi sembra legittimo poter ascoltare bene un album prima di decidere se acquistarlo o no. Infine, non penso che ci sia bisogno che gli artisti vivano nel lusso che il mestiere concedeva loro negli anni '60 e '70, sarebbe sufficiente che possano vivere bene solo con il loro mestiere e che sia consentito un legittimo introito a chi li produce. Ma allora che fare? Sinceramente, non lo so, mi piacerebbe anzi ascoltare consigli in proposto e poterne discutere. Per cominciare, però, potremmo sempre finanziare in qualche modo gli artisti che consideriamo meritevoli o che in generale vorremmo continuassero a suonare, specie se si tratta di giovani emergenti, continuando a scaricare musica da internet, così da poterne ascoltare sempre di più, ma poi cercando di andare ai concerti delle band che ci piacciono e magari comprando qualche maglietta, anche se costano molto e forse non ne varrebbe la pena, o qualche CD. Cerchiamo insomma di ripagare in qualche modo chi ci fa ascoltare buona musica, poiché fare musica e viverne non è per niente facile ("It's a long way to the top if you want to rock and roll").
Diciamo che si tratta di consumo responsabile di musica, che ognuno può attuare secondo le proprie possibilità. In cambio, avremo buone canzoni ad un modico costo ancora per molto tempo. Non credete ne valga la pena?

P.s. Chiedo scusa per la prolungata assenza, non preoccupatevi, sono ancora vivo. Semplicemente, questi ultimi dieci giorni sono stati un mezzo inferno, tra l'università ed altro, e così non sono riuscito a scrivere il post della settimana scorsa. Spero di non aver perso i miei già pochi lettori per questo.

3 commenti:

  1. Ciao sono sempre io,il tuo umile commentatore,e devo dire che questa volta hai centrato il bersaglio,anche io sono un grande fan di Caparezza,consco a memoria circa metà dei suoi testi e sono andato ad un paio di concerti,e la situazione secondo me è proprio quella illustrata.La penso come te sulla questione del suo inaspettato successo,e vedere i miei amici che fino a 1-2 anni fa mi prendevano in giro perchè ascoltavo uno "sfigato" e adesso sentirli fischiettare i suoi motivetti come se fossero canzoni commerciali mi fa abbastanza arrabbiare.Non so se hai approfondito la sua discografia più vecchia,ma io ho notato una progressiva "commercializzazione"delle sue canzoni,ma non una commercializzazione classica,ma più che altro un cambiamento nei suoi testi in modo che possano essere di più facile comprensione.Ti spiego meglio:quando a 13 anni ascoltai canzoni come "ninna nanna di mazzarò" o "gli insetti del podere" o molte altre sue vechie canzoni,ci capì poco e niente;ma questo perchè le sue canzoni erano piene di citazione e metafore molto particolari,per cui l'ascoltatore necessitava di una media cultura generale per capire i testi,mentre dai suoi2 ultimi album,i suoi testi sono diventati molto più diretti,senza quei arzigogoli che tanto mi avvincevano,cercando di capire il loro significato.Potrebbe anche essere un'evoluzione stilistica del cantante,ma nel giro di pochi anni è passato da "Il prossimo è facile odiarlo,se sei forte amalo,che a fare stragi siamo tutti Capaci"(fuck the violenza) a "io sono fan di ghandi ed è solo per questo che non ti meno"(chi se ne frega della musica)

    Ps:per sapere un po'del punto di vista di caparezzza sull'argomento del post,puoi ascoltare "ti clonerò",se non l'hai ascoltata ;)

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  2. Scusa,ma ho letto adesso l'articolo per intero,e mi sono accorto di essere andato fuori argomento,ma ci tenevo a discuterne con un altro fan,se vorrai rispondere te ne sarò grato!

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  3. Felice di leggere ancora i tuoi commenti, Anonimo, e non preoccuparti se sei fuori argomento, l'argomento in cui sei entrato comunque mi interessa :-)

    Devo ammettere che non conosco bene le canzoni più vecchie di Caparezza, mi dispiace doverti deludere, però non penso che il fatto che siano meno criptiche sia sintomo di commercializzazione, infondo vengono trattati ancora temi rilevanti e con un linguaggio per nulla accomodante (anche nei confronti degli stessi fan del cantante). E poi, infondo in Goodbye Malinconia trovi frasi tipo "entrare in politica con i curricola presi da Staller Ilona, nemmeno il caffè sa più di caffè ma sa di caffè di Sindona" che non sono facilissime. Almeno, io ho dovuto spiegarle a più di una persona.

    In quanto al punto di vista di CapaRezza sull'argomento del post, io l'ho attinto dall'intro dell'ultimo album, "Nessun dorma - Tutti dormono", ma ora mi ascolto anche quella suggerita da te (grazie per il suggerimento, tralaltro).

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