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BLOGGER SOTTO ESAMI
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lunedì 17 ottobre 2011

Quei Black Bloc brutti e cattivi

E via, è partita la caccia al "black bloc". In rete è cominciata la denuncia al rioter mentre sui giornali di sinistra parte il ritornello del "isolare i violenti" (i giornali e i tg di destra mi sono rifiutato di guardarli quindi non saprei).
Ora, non ho alcuna simpatia per chi ha spaccato vetrine ed auto a Roma, per nulla, credo sia stata un'azione inutile, moralmente sbagliata e autolesionista dal punto di vista politico (anche da quello di estrema sinistra, la "Rivoluzione" non si fa spaccando vetrine, prima va letto Marx e poi va anche capito). Il risultato è stato quello di rovinare una manifestazione che unita a quelle analoghe avvenute in tutto il mondo poteva essere davvero memorabile; i media questa volta non avrebbero potuto ignorarla. Infatti non l'hanno fatto, ma per altri motivi. Qualcuno ha obiettato che non si cambia il Mondo ballando a ritmo di musica reggae e forse è vero, forse no, ma come ho già scritto dubito che gli Indignados siano in grado di fare una Rivoluzione e in ogni caso la Rivoluzione non si fa spaccando bancomat.
Fin qui, però, ho scritto solo banalità, le stesse che perlopiù si leggono sui giornali e si sentono nei tg. Proviamo ad andare un po' più a fondo, per quanto potrebbe mai fare un borghesuccio riformista come me dall'alto delle sue scuole private (non è vero, ho frequentato solo pubbliche e ne vado fiero, ma alcuni stereotipi vanno coltivati). Chi sono, questi "violenti"? Innanzitutto non chiamateli black bloc, il black bloc è una tattica di piazza nata in Germania negli anni ottanta e ormai non più utilizzata (questo lo dicono gli Wu Ming, che se ne intendono), la quale ha poi finito col dare il proprio nome anche a chi la praticava, assumendo un significato ambiguo e piuttosto generalista. Oltre però ad essere un termine inappropriato, trovo sia meglio non usarlo perchè finisce col demonizzare chi viene etichettato in questo modo e a nessuno interessa mai vedere cosa si cela dietro ai demoni.
Chi sono dunque questi "violenti"? Innanzitutto è bene distinguere tra chi ha reagito, anche in modo esagerato, alle cariche di polizia e chi per primo si è messo a rompere vetrine. I primi infatti hanno avuto una reazione naturale, giusta o sbagliata che sia: si sono sentiti attaccati ed hanno reagito in gruppo contro il nemico comune. Probabilmente in quella situazione avrei agito anch'io così, e sono un moderato, anche se forse mi sarei fermato prima di bruciare la camionetta. È una questione di istinto, se ti senti agredito attacchi, tutto qui.
Però, secondo le prime ricostruzioni, c'è chi ha attaccato per primo. Tralasciando il discorso infiltrati, chi sono costoro? È probabile che ci sia qualcuno davvero convinto che "spaccare tutto" sia la strada per il "Sol dell'Avvenire", non lo nego, ma credo sia una minoranza. Ciò che di peggio è avvenuto a Roma (fuori da Palazzo Chigi, intendo) è frutto di disagio sociale, è la rabbia che serpeggia nella società e che in queste occasioni trova una valvola di sfogo particolarmente distruttiva. Credo non sia un caso che avvenimenti simili siano accaduti anche in Grecia, nei mesi appena trascorsi: la Grecia ha i nostri stessi difetti, ingranditi, e così manifesta ingranditi alcuni fenomeni sociali analoghi ai nostri. Speriamo di poterne uscire, sia noi che i Greci, senza che troppo sangue debba scorrere sulle strade e senza che troppa gente venga abbandonata alla propria povertà.
Questo è ciò che penso e di questo vorrei leggere sui giornali, a scrivere cento volte lo stesso articolo sono capaci tutti.


P.s.
Per esperienza (per quanta possa averne io) so che quando ci sono manifestazioni e scontri le pinioni più interessanti sono quelle che si trovano negli ambienti più radicali, che non hanno bisogno di dover seguire i dettami rigidi del politically correct. Infatti sulla manifestazione di Roma di ormai tre giorni fa ho letto cose interessanti nella discussione sul blog della Wu Ming Foundation. Sono perlopiù opinioni molto radicali, molte non le condivido (resto pur sempre un riformista), ma sono comunque istruttive e decisamente più interessanti di ciò che troverete sulla carta stampata.

1 commento:

  1. Chicca che ho trovato su facebook, è il commento di alcuni "black bloc" (virgolettato) presenti alla manifestazione di Roma. Potrebbe non essere vero, certo, ma a me sembra credibile. Se è vero, conferma parte di ciò che ho scritto sopra: spaccare vetrine non è lotta politica, chi pratica lotta politica, anche da estremista rosso o anarchico, non lo fa.

    Qui il link: http://www.informarexresistere.fr/2011/10/17/lopinione-dei-black-block-se-cosi-volete-chiamarci/#axzz1aYNUKX00

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